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Alla scoperta di Barbados, storia e cultura oltre le spiaggie 

Per chi desideri scappare dall’inverno una meta perfetta è Barbados, un’isola che unisce lo stile British a un tocco di follia reggae e che offre spiagge per tutti i gusti, desideri ed esigenze. Mare e sole non sono peraltro le uniche attrattive: si può scegliere un tour delle ville del Seicento, fra le piantagioni di canna da zucchero al centro dell’isola, oppure un pomeriggio nella capitale Bridgetown, patrimonio Unesco. O ancora, prendere un antico treno a vapore o avere un incontro ravvicinato con le green monkeys, le scimmie locali, e non può mancare l’esperienza delle distillerie di rhum.

Dall’altra parte dell’isola c’è Batsheba beach, totalmente diversa dalla prima: il mare è attraversato da una forte corrente, i colori sono più intensi e si possono vedere i grandi “panettoni” di roccia erosi dalle onde. Da non perdere anche Dover beach, sulla vivace Saint Lawrence Gap, Rockley Beach, Miami beach, Peebles beach, Paynes bay, Bottom bay e Browne’s.

Non solo mare: in pochi sanno, per esempio, che l’isola è anche la patria del rhum e che qui prospera ancora la più antica distilleria del mondo, fondata nel 1703, la Mount Gay Distillery. Partendo di buon mattino si può sperimentare un itinerario che includa la St. Nicolas Abbey Plantation, con la casa originaria del XVII secolo, visitare la distilleria artigianale annessa, prendere l’antico treno a vapore e arrivare attraverso piantagioni e giungla alla Cherry Tree Hill, visitare la Wildlife Reserve, percorrere la scenografica costa di Bathsheba e terminare con un tour e una degustazione alla Mount Gay Distillery, dove ripercorrere gli albori della produzione del rhum e quindi della stessa storia dell’isola.

La Wildlife Reserve si trova all’interno di una foresta di alberi di mogano: qui vive protetta una colonia di green monkeys (un tipo di scimmia nota in italiano come cercopiteco gialloverde) alle quale si può offrire del cibo fornito dalla riserva, facendo però molta attenzione, perché le scimmie sono libere e talvolta possono sentirsi disturbate se accerchiate. Un’altra meta da non perdere, dedicandole almeno una mezza giornata, è la capitale di Barbados, Bridgetown, fondata nel 1628 e con una guarnigione creata nel Settecento dagli inglesi (Barbados è uscita dal Commonwealth nel 2021, diventando una repubblica) che insieme alle sue case storiche è patrimonio mondiale Unesco. Non lontana dalla capitale, nella contea di Saint Michael, si può vedere la casetta dove nel 1988 è nata Rihanna, oggi una delle pop star di maggior successo al mondo e che nel 2013 ha acquistato per 21,8 milioni di dollari una grande proprietà fronte mare.

Venendo alla gastronomia, quella di Barbados ha una forte influenza indiana, come testimonia uno dei suoi piatti tipici: si tratta del Roti, preparato a base di una sorta di tortilla di mais con carne di pollo o maiale, verdure, spezie. Un piatto che forse potrà suscitare perplessità fra gli italiani è l’immancabile Macaroni Pie, servito praticamente ovunque, dai piccoli ristorantini agli hotel di lusso: si tratta appunto di una sorta di pasta al forno con molto formaggio, ketchup e senape, da provare, senza fare troppo caso all’italian sounding. Non si può perdere poi il fish market di Oistins, dove si vende pesce fresco fritto, immancabilmente accompagnato da rhum o da cocktail a base di questo distillato.

Quanto alla musica, vi parleranno del calypso, della soca, ma quello che ascolterete ovunque e che fa ballare locali e turisti è certamente il reggae, proposto da gruppi che suonano dal vivo. Il venerdì e il sabato sera a Oistins sono imperdibili per chi abbia voglia di divertirsi e tirare tardi tra musica e rhum. Per poi recuperare le energie il giorno dopo all’ombra di una palma.

Barbados

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