PRECAUZIONI PER IL VIAGGIO - ALIMENTAZIONE IN VIAGGIO

Molte persone che viaggiano vanno incontro a disturbi gastroenterici, spesso non gravi e di breve durata, che si risolvono spontaneamente in pochi giorni.
E’ bene precisare che  non necessariamente questi piccoli disturbi dipendono dalla non salubrità dei cibi. In alcuni casi Il nostro organismo, ed in particolare  il nostro apparato digerente, possono impiegare del tempo prima di abituarsi ad una diversa alimentazione.
A causa di una minor efficacia delle difese immunitarie, è necessario  avere qualche attenzione in più per l’ alimentazione dei bambini, delle donne in stato di gravidanza  e degli anziani
Ad ogni modo, soprattutto nei paesi caldi o con condizioni igieniche non ottimali, è sempre necessario per tutti attenersi a poche e semplici regole.
Nelle regioni a clima caldo ed in estate aumenta il rischio di tossinfezioni alimentari perché la temperatura ambientale più elevata favorisce la moltiplicazione dei microrganismi  presenti negli alimenti. 
Inoltre il rischio aumenta con il consumo di cibi crudi (per esempio il “carpaccio” di carne o pesce). 
La cottura, specie ad alta temperatura, elimina o attenua questo rischio.

Il primo consiglio è quello di acquisire informazioni sul Paese meta del viaggio: il clima e lo sviluppo economico spesso condizionano il livello igienico generale ed indirettamente la qualità attesa e l’affidabilità del cibo.
La presenza di microrganismi patogeni non è sempre macroscopicamente/sensibilmente evidente; gli alimenti contaminati possono apparire inalterati, mantenendo le loro caratteristiche di colore, odore e sapore. 
Un alimento che possieda un bell’aspetto può risultare gradevole ai nostri occhi tuttavia tale caratteristica non  costituisce una  garanzia di salubrità del cibo in questione e non è sufficiente a evitare il rischio di infezioni.

Di seguito sono riportati i 10 punti fondamentali per la prevenzione delle malattie trasmesse dagli alimenti stilati dall’Organizzazione Mondiale : 

  1. bere soltanto acqua e bevande imbottigliate e sigillate: l’acqua deve essere microbiologicamente e tossicologicamente pura; infatti solamente le acque imbottigliate sono state preventivamente sottoposte ad un controllo di igiene e sicurezza. E’ inoltre Importante valutare attentamente l’integrità del tappo e del sigillo prima del consumo. 
  2. non aggiungere ghiaccio alle bevande: se al momento della raccolta l’acqua era contaminata il ghiaccio da questa ottenuto risulterà esso stesso contaminato. Se ne deduce che il ghiaccio può essere un veicolo di malattia, più “subdolo” dell’acqua allo stato liquido, ma non per questo meno pericoloso!
  3. frutta e verdure crude vanno consumate solo dopo averle sbucciate e lavate con acqua “sicura”. E’ buona norma sbucciare la frutta in quanto alcune sostanze, come additivi, pesticidi o inquinanti casuali, possono depositarsi sulla buccia e penetrare all’interno del frutto. Togliere la buccia vuol dire diminuire il rischio di ingestione di sostanze nocive. Manipolando la frutta alcune delle sostanze potrebbero passare sulle mani e da queste potrebbero essere nuovamente veicolate all’interno del frutto stesso o su altri alimenti : è quindi opportuno sciacquare la frutta prima e dopo la manipolazione, ovviamente l’acqua utilizzata deve essere a sua volta “pura”. Le stesse misure di igiene vanno osservate per la verdura cruda che va abbondantemente sciacquata con acqua sicura. E’ comunque preferibile consumare verdure cotte, in particolar modo qualora non vi sia certezza della pulizia dell’acqua usata nei luoghi di ristorazione.
  4. in mancanza di acqua potabile, consumarla solo dopo bollitura o con l’aggiunta di disinfettante. Portare ad ebollizione l’acqua significa portarla ad una temperatura di 100°C, temperatura alla quale tutti gli agenti patogeni, inclusi  batteri e virus, muoiono: è una garanzia di sicurezza! Si consiglia, per maggiore sicurezza, di mantenere l’acqua ad ebollizione per circa 1 minuto. Una buona soluzione disinfettante ad uso domestico può essere ottenuta diluendo 1 cucchiaio da tavola di comune varechina in 1 litro d’acqua. La soluzione risultante può essere utilizzata per la disinfezione di posate, stoviglie ed altri utensili, ma anche di servizi igienici e di biancheria e può essere usata anche per disinfettare frutta e verdura da consumare crude, che dovranno comunque essere abbondantemente risciacquate con acqua sicura (bollita o disinfettata in altro modo) prima di essere consumate. La comune varechina può essere usata anche per “disinfettare” l’acqua da bere: in questo caso, per evitare sapori sgradevoli, il quantitativo da usare è un cucchiaino da tè in un litro d’acqua. La soluzione così preparata deve essere lasciata riposare per circa un’ora prima del consumo. In commercio sono disponibili preparati per la disinfezione dell’acqua in ambito domestico.
  5. consumare solo cibi ben cotti ancora caldi:  le norme igieniche prevedono che la temperatura ottimale dell’alimento da consumarsi siano comprese tra 60°C e 70°C (tale temperatura deve essere raggiunta anche al centro dell’alimento). Alle suddette  temperature  molti, se non tutti, i batteri e i virus vengono distrutti o resi innocui. E’ inoltre opportuno che l’alimento, una volta cotto, venga consumato abbastanza velocemente  allo scopo di impedire il ricostituirsi di un pabulum favorente la crescita microbica: mentre si raffredda a temperatura ambiente,infatti, l’alimento torna ad essere esposto ai patogeni ambientali e corre il rischio di contaminarsi nuovamente. 
  6. non consumare pesce o frutti di mare crudi o poco cotti: alcuni alimenti come latte, carne, pesce, uova sono facilmente deteriorabili perché ricchi di nutrienti come proteine, grassi e zuccheri che sono molto “appetibili”  per i microrganismi.
    Il deterioramento dell’alimento indica, infatti, un attacco da parte di organismi che traggono i loro elementi nutritizi dal cibo stesso. Inoltre il latte, contenendo molta acqua, presenta un ambiente privilegiato per la vita in genere e quindi anche per batteri o altri agenti patogeni. I frutti di mare sono animali “filtratori”, sono cioè animali che per nutrirsi “filtrano” l’acqua in cui vivono. Ne deriva che se l’acquaè inquinata, il frutto di mare stesso diverrà un “concentrato” di sostanze o organismi patogeni (ad esempio, ai mitili a volte si associa il triste primato di essere il miglior veicolo del batterio del colera!).
  7. non mangiare carni crude: per lo stesso motivo di cui sopra, quando non si è sicuri della sua corretta conservazione ed igiene, sarebbe opportuno cuocere bene la carne che non dovrebbe essere consumata “al sangue”.
  8. non bere latte o mangiare latticini non pastorizzati: la pastorizzazione è un trattamento termico che serve ad aumentare il tempo di conservazione di alcuni alimenti. Sfruttando l'azione battericida del calore riesce a disattivare gli enzimi e a distruggere gran parte dei microrganismi presenti nell'alimento, anche se alcune forme riescono comunque a sopravvivere. La durata del trattamento varia in relazione alla natura dell'alimento e al grado di contaminazione. Più elevata è la carica microbica iniziale e più drastico deve essere il trattamento di pastorizzazione.  L’alimento conserva, in linea di massima, il valore nutrizionale originale, ma è sicuro e commestibile.
  9. non acquistare generi alimentari da venditori ambulanti: purtroppo, a volte, le norme igieniche più elementari non vengono rispettate e alcune situazioni risultano più “a rischio” di altre perché mancano i mezzi necessari affinché l’ambiente in cui si manipola o si conserva l’alimento non è asettico. Per garantire la salubrità di un alimento o preparazione alimentare è necessario mantenere la temperatura di conservazione degli alimenti freschi sempre a 4°C, utilizzare utensili e contenitori sempre sterili, mantenere le superfici sempre igienicamente “pure”, utilizzare sempre acqua sicura.
  10. curare l’igiene personale, usare acqua potabile anche per lavarsi i denti, lavarsi sempre le mani prima dei pasti e dopo l’uso dei servizi igienici: le mani vanno sempre lavate con acqua e sapone prima dei pasti, dopo l’uso dei servizi igienici, dopo il contatto diretto con persone malate, con bambini al di sotto dei 5 anni e con gli animali. Se il sapone non è disponibile si consiglia di usare disinfettanti per le mani a base di alcool (con > 60%). In quest’ultimo caso bisogna aver cura che le mani non siano eccessivamente sporche poichè il disinfettante potrebbe non avere effetto. In commercio sono presenti numerose preparazioni (gel, liquidi) tascabili e di semplice uso. Ricordarsi che bisogna sempre partire da se stessi per mantenersi in buona salute, non sono solo “buone maniere” ma soprattutto “norme igieniche”.